L’employee buyout (EBO)

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Employee buyout

Nel nostro articolo Il management buyout (MBO) abbiamo visto come questa sia un’operazione di acquisizione di un’azienda da parte di un gruppo di manager interni all’azienda che assumono la figura di manager-imprenditori.

Come abbiamo visto in Acquisizioni aziendali: il buyout, gli acquirenti vengono generalmente affiancati da un financial sponsor, tradizionalmente un fondo di private equity, che fornisce gran parte delle risorse finanziarie per l’operazione e può essere supportato da un hedge fund.

Nell’employee buyout (EBO) l’impresa rigenerata è il risultato dell’operazione di acquisto di una società realizzata non dai manager, ma dai dipendenti dell’impresa stessa e l’operazione è detta employee buyout oppure workers buyout.

I lavoratori, al fine di crearsi un’alternativa occupazionale e di salvaguardare il know how acquisito, si riuniscono e si propongono di prendere in affitto o acquisire l’azienda dal liquidatore o dal curatore fallimentare, a volte anche dal datore di lavoro stesso. Per farlo utilizzano propri risparmi e l’indennità di mobilità, se l’INPS riconosce la possibilità di erogare l’anticipo dell’indennità stessa per destinarla alla capitalizzazione da parte dei soci.

I buyout dei dipendenti delle aziende sono una forma di buyout che è spesso fatto come alternativa a un leveraged buyout. Un leveraged buyout (LBO) è quando una quantità significativa di fondi presi in prestito o di leva finanziaria è usata per acquisire un’altra società.

Le aziende che vengono vendute potrebbero essere finanziariamente sane, anche se in genere soffrono di difficoltà finanziarie se si considera un buyout. Inoltre, i dipendenti potrebbero essere insoddisfatti di come la loro azienda è gestita o potrebbero non gradire la direzione che l’azienda sta prendendo.

Eseguire un tale buyout è un rischio finanziario significativo, ma le ricompense possono essere sostanziali. Per le piccole imprese, un buyout dei dipendenti spesso si concentra sulla vendita dei beni della società, mentre per le aziende più grandi, il buyout potrebbe essere per una filiale o una divisione della società.

Il modo in cui si verifica un buyout dei dipendenti è attraverso un piano di azionariato dei dipendenti (ESOP). Un ESOP è un tipo di fondo fiduciario che può essere creato per consentire ai dipendenti di acquistare azioni o proprietà nella società nel tempo per facilitare la pianificazione della successione. Il buyout è completo quando l’ESOP possiede il 51% o più delle azioni ordinarie della società.

I dipendenti di Polaroid e United Airlines, per esempio, hanno entrambi utilizzato ESOP per comprare le loro aziende dalla bancarotta.

Se i dipendenti stanno prendendo in considerazione l’acquisto della loro azienda, il processo può essere impegnativo e richiedere molto tempo, in parte perché richiede che i dipendenti raggiungano un accordo per mettere in comune i loro beni per acquistare una quota di maggioranza della loro azienda dalla proprietà.

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L’employee buyout nell’ordinamento italiano

L’employee buyout è una tipologia di operazione diffusa soprattutto negli Stati Uniti, dove è nata e si è diffusa attraverso l’intervento dei fondi pensione ed il ricorso ad un Employee Stock Ownership Plan (ESOP).

La prima esperienza di impresa rigenerata in Italia risale al 1978, quando i giornalisti e i tipografi dello storico quotidiano di Livorno Il Telegrafo, oggi Il Tirreno, dopo un lungo braccio di ferro con la proprietà e con il contributo dell’allora sindaco di Livorno Alì Nannipieri, acquisirono il giornale.

Dalla vicenda prese spunto, nel 1981, Giovanni Marcora per risolvere la crisi degli stabilimenti di produzione e lavorazione della ceramica di Laveno (VA) e di Livorno della Richard Ginori. Azienda che stava attraversando un periodo molto intricato nell’assetto della proprietà.

Giovanni Marcora, all’epoca Ministro dell’Industria del Governo Spadolini e sindaco di Inveruno, cittadina poco distante da Laveno, sollecitato dagli amministratori locali lombardi a trovare una soluzione alla grave crisi occupazionale e sociale conseguente alla chiusura delle fabbriche di ceramiche, favorì la nascita di cooperative di lavoratori che rilevarono gli stabilimenti della Richard Ginori. Nello stesso periodo elaborò un progetto di legge, con l’intento di promuovere e regolare questo genere di imprese. Tale progetto di legge che fu annunciato pubblicamente nel novembre 1981, ma si arenò a causa della caduta del Governo Spadolini, della travagliata stagione politica e della malattia di Marcora che lo avrebbe portato alla morte il 5 febbraio del 1983.

La legge, approvata dal Parlamento successivo nel febbraio del 1985, fu chiamata “Legge Marcora” in suo onore.

A seguito di una procedura di infrazione, per aiuti di stato, della Commissione Europea la Legge venne successivamente riformata. Con la L. 57/2001 “Disposizioni in materia di apertura e regolazione dei mercati”, il Parlamento Italiano, accogliendo i rilievi mossi dalla giurisdizione comunitaria sulla violazione delle leggi della concorrenza, apportò significative modifiche alla Legge Marcora.

 

Bibliografia:

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