Il Lean Six Sigma

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Lean Six Sigma… quando ci si avvicina a questa metodologia è impossibile non esserne in qualche modo conquistati.

Ma di cosa si tratta?

È una disciplina che, attraverso il miglioramento dei processi, consente alle aziende un incremento della redditività.

Si caratterizza come fusione di due filosofie metodologiche:

  • la LEAN, che rappresenta la semplicità. Nasce in Giappone in ambito Toyota e ha come principi generali l’orientamento al cliente, la riduzione dei tempi di processo e una struttura snella e veloce
  • il SIX SIGMA, che rappresenta l’affidabilità. Ha origini americane: ideata in Motorola, viene poi sviluppata da General Motors. I suoi punti di forza sono l’orientamento alla performance, una gestione scientifica e una riduzione della difettosità.

Lean e Six Sigma insieme superano l’una i limiti dell’altra e portano all’incremento della velocità dei processi, eliminando tutte le fasi prive di valore aggiunto e al miglioramento della qualità dei processi, riducendone la loro variabilità.

Questo approccio metodologico consente il corretto dimensionamento delle risorse aziendali, misurando in modo oggettivo le inefficienze dei processi e identificando le attività che consumano tempo e risorse senza aggiungere valore. Attuando le giuste azioni correttive, si ha di conseguenza il miglioramento dei livelli qualitativi degli output dei processi.

Il Lean Six Sigma si fonda su rigore, sistematicità, metodo. È basato sull’utilizzo dei dati e sfrutta la potenza dell’analisi statistica; ha come elemento centrale la riduzione continua e sistematica della variabilità dei processi.

Per un’azienda che applica il Lean Six Sigma, si può parlare di riduzioni degli sprechi dal 40% fino addirittura al 70%!

La metodologia si basa su un ciclo di attività detto DMAIC dalle iniziali delle cinque fasi che lo compongono:

DEFINE – MEASURE – ANALYSE – IMPROVE – CONTROL

Figura 1 - Lean Six Sigma.

Figura 1 – Lean Six Sigma.

Vediamone gli obiettivi nel dettaglio:

  • Define: è la fase in cui si dà corpo al progetto. Si definiscono gli obiettivi, si comprende il cliente, si studia il processo.
  • Measure: si progettano e si effettuano le misure per arrivare ad avere un database sui cui poter applicare le opportune analisi statistiche. Questo consente di capire quanto è sano il processo in esame e far emergere tutte le correlazioni che portano a generare difettosità.
  • Analyse: si ricercano le cause delle difettosità.
  • Improve: si definiscono le attività di miglioramento: si implementano azioni correttive, si avviano modifiche innovative al processo.
  • Control: si verifica l’esito del progetto, si controlla il raggiungimento degli obiettivi e si quantificano i risultati ottenuti. Questo consente di chiudere il processo.

Va sottolineato che nel Lean Six Sigma si parla di miglioramento continuo: giunti quindi alla fine dalla fase di Control, volendo si può ri-avviare la fase di Measure per misurare il rendimento del processo con le migliorie introdotte e ripercorrere tutti i passi per proseguire nell’affinamento.

Di solito un progetto LSS vede la costituzione di un gruppo di lavoro di 4-6 persone che dedicano mediamente 1 o 2 giornate alla settimana al progetto per un arco di tempo che va dai quattro ai sei mesi.

Un esperto di metodologia LSS, con certificazione di Black Belt, sarà il capo-progetto. Alcuni partecipanti saranno invece delle Green Belt, persone certificate con conoscenza della metodologia e dei relativi strumenti. Altri componenti del gruppo di lavoro, infine, saranno persone che conoscono l’azienda e, forniti loro i concetti base della metodologia, sapranno come muoversi per avere di volta in volta i dati e le informazioni necessarie per progredire. Non è necessario che tutti i partecipanti conoscano a fondo il processo in esame: spesso chi è esterno è scevro da ogni condizionamento e quindi più libero e innovativo nelle riflessioni e nelle proposte.

Importante è la scelta del progetto che deve essere sì strategico e cruciale per l’azienda, ma comunque realizzabile e perseguibile realisticamente con le risorse a disposizione. In questo senso va ricordato che… “aumentare i sigma costa”.

Fondamentale è infine il commitment dei manager, che verranno in diversi momenti coinvolti per condividere il percorso intrapreso e procedere in sintonia con le loro attese.

A questo punto a qualcuno potrebbe essere rimasta la curiosità di capire cosa rappresentano i “6 sigma”…

Per questo occorre inoltrarsi un poco negli elementi cardine della metodologia LSS, ricordando che

 

Se qualcosa non può essere espresso in numero non è scienza: è opinione

(Robert Anson Heinlein)

 

Il Six Sigma si fonda su principi statistici basati sulla distribuzione Normale (o di Gauss).

Sigma (σ) è la lettera greca che si usa in matematica per indicare la deviazione standard di una popolazione: è la radice quadrata della varianza e fa parte degli indici di dispersione. Concettualmente rappresenta il punto di flesso della curva di Gauss.

 

Figura 2 - Il Six Sigma si fonda su principi statistici basati sulla distribuzione Normale.

Figura 2 – Il Six Sigma si fonda su principi statistici basati sulla distribuzione Normale.

Il Sigma Quality Level (SQL) è un indicatore sintetico che consente di identificare univocamente e con precisione l’efficienza del processo che si intende analizzare. Indica la resa del processo, ovvero l’incidenza totale dei pezzi conformi prodotti (cioè i pezzi che sono compresi tra i limiti di specifica) sul totale dei pezzi prodotti È calcolabile su tutti i processi e presenta sempre la stessa scala di misura: consente quindi di confrontare processi o sottoprocessi che per loro natura non sarebbero altrimenti paragonabili.

Tabella 1 - Il Sigma Quality Level (SQL).

Tabella 1 – Il Sigma Quality Level (SQL).

Quindi a sei sigma (6σ) corrispondono 3,4 difetti per milione.

Per un processo è molto o poco?

 

La risposta ve la potete dare da soli. Pensate ad esempio ad una produzione di matite: 3,4 matite da scartare ogni milione prodotto. Ora pensate alla sicurezza dei voli aerei…

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