Carriera: Punta al primato!

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“Orandum est ut sit mens sana in corpore sano” scriveva Decimo Giunio Giovenale¹. Per puntare al primato sul piano del personal branding e della carriera, dobbiamo cercare di mantenerci in salute, sia essa fisica che mentale.

Teniamoci dunque lontani dalla sindrome da dipendenza dal lavoro (workaholism²), un disturbo ossessivo-compulsivo di una persona troppo dedita al lavoro e che pone in secondo piano la sua vita sociale e familiare sino a causare danni a se stessa, ai familiari e, in fondo, anche alla propria azienda. Vita lavorativa e vita privata non devono combattere, devono integrarsi con armonia. Se avrete la fortuna di operare in un’organizzazione che crede in questi principi certamente avrete un vantaggio competitivo.

Riserviamoci degli spazi in agenda per praticare dello sport, ciò farà bene al nostro fisico, ma soprattutto alla nostra mente. Praticare sport ci consentirà di ritagliarci lo spazio per pensare, con rinnovato entusiasmo, a nuove soluzioni e a nuove strategie.

Le endorfine da sport sono analgesiche ed eccitanti. Abusatene, ma non lasciate che si impadroniscano di voi ed aumentino il vostro grado di stress. Ed è proprio lo stress il compagno di vita con cui dovete imparare a convivere: “Lo stress è come una spezia nella giusta proporzione esalta il sapore di un piatto. Troppo poca produce un blando, noioso pasto; troppa può soffocarlo” scrive Donald Tubesing ³.

Studiati, cerca di capire come puoi mantenere il tuo livello di stress entro i limiti ampiamente descritti da Daniel Goleman ⁴ nel suo testo “Leadership Emotiva”: le migliori prestazioni si ottengono quando motivazione e concentrazione sono ai loro valori massimi, “in corrispondenza del punto di equilibrio tra la difficoltà del compito e la nostra capacità di fare fronte al problema”.

Ancora Goleman, nel suo modello a U rovesciata, spiega come “livelli di cortisolo nella norma ci danno energia e ci consentono di impegnarci a fondo. Gli umori positivi stimolano una produzione di cortisolo nella fascia leggero-moderata che corrisponde a un migliore apprendimento. Se però lo stress continua a crescere e oltrepassa il punto ottimale che corrisponde al massimo livello di apprendimento e funzionalità, entra in gioco un secondo sistema neurale che stimola la produzione di norepinefrina a livelli paragonabili a quelli della pura e semplice paura. Da qui in poi, siamo all’inizio della curva discendente verso il panico, l’efficienza mentale e il livello delle prestazioni calano in proporzione all’aumentare dello stress”.

In fondo “Lo stress non è altro che una forma socialmente accettabile di malattia mentale” scriveva Richard Carlson ⁵.

Un mio superiore, qualche anno fa, mi insegnò a pianificare le mie giornate in modo da mantenere sempre lo stress al giusto livello, a lasciare 15-20 minuti tra una riunione e l’altra nei quali riorganizzare le idee emerse nel corso della riunione precedente e pianificare obiettivi e strategie per la riunione successiva. Il metodo funziona: una presenza emotivamente centrata fa bene ai gruppi di lavoro ed al proprio business.

¹ https://it.wikipedia.org/wiki/Decimo_Giunio_Giovenale
² https://en.wikipedia.org/wiki/Workaholic 
 http://www.donaldatubesing.com
³ https://en.wikipedia.org/wiki/Daniel_Goleman 
⁵ https://en.wikipedia.org/wiki/Richard_Carlson_(author)

Bibliografia:

  • Personal Branding per il manager, William Arruda, Deb Dib
  • Fai di te stesso un brand, Riccardo Scandellari
  • Leadership emotiva, Daniel Goleman
  • Codice Montemagno – Diventa imprenditore di te stesso grazie al digital, Marco Montemagno
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