Efficienza energetica nell’industria: il quadro attuale in Italia – Digital4Pro

Efficienza energetica nell’industria: il quadro attuale in Italia

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Fare efficienza energetica nell’industria è prioritario per l’Italia. L’industria, nel nostro Paese, è la prima voce di consumi elettrici. Nel 2020, il 44,1% era assorbito dal comparto industriale, con 125,4 TWh. Tra i settori più energivori c’è il manifatturiero, responsabile per il 39% dei consumi elettrici nazionali.

Qualcosa, in effetti, si muove. Da quanto si legge nel Digital Energy Efficiency Report 2022 dell’Energy & Strategy della School of Management del Politecnico di Milano, nel 2021 gli investimenti per l’efficienza energetica in ambito industriale hanno raggiunto i 2,2 miliardi di euro. Nel 90% dei casi si è investito su tecnologie hardware e “solo in minima parte per soluzioni digitali e software”. Lo stesso report evidenzia che la percentuale è esigua: solo l’8% in più rispetto all’anno precedente.

Sempre il Digital Energy Efficiency Report segnala le tendenze evidenti nel settore, in termini di investimenti.

Sono cresciuti del doppio gli investimenti in illuminazione efficiente, che ammontano all’81% del totale, mentre sono rimasti pressoché stabili (63%) rispetto al biennio 2019-2020 quelli sul processo produttivo. Più che raddoppiata sul 2020 anche la quota relativa a motori elettrici e inverter (52%). Al contrario, solo il 29% del campione dichiara di aver realizzato investimenti in soluzioni digitali per l’efficienza energetica nel corso del 2021 (-9% rispetto al 2020), senza particolari differenze tra Pmi e Grandi Imprese. In cima alla classifica i software dedicati all’energia, in netto aumento rispetto al 2020, e la sensoristica di base.

Nel PNIEC si segnala che il nostro Paese, per raggiungere il risparmio di energia finale cumulato nel 2021-2030 confermato pari a 51,4 Mtep si dovrà avvalere dello schema d’obbligo basato sui Certificati Bianchi e di un set di misure alternative già a oggi attive. Per il comparto industriale ci sono strumenti come conto termico, piano transizione 4.0, il Fondo Nazionale per l’Efficienza Energetica (FNEE). Ma qui giungono le dolenti note.

In termini di incentivi, i Certificati Bianchi[1], il più importante ed efficace strumento per fare efficienza energetica nell’industria, oltre che “storico”, negli anni ha perso forza. E anche la riforma dei TEE, avvenuta nel 2021, anziché rilanciarli, non ha sortito gli effetti sperati. I dati parlano chiaro: nel 2021 il GSE ha riconosciuto complessivamente 1.120.672 CB, pari a un quinto di quelli emessi nel 2015 e molti meno anche rispetto al 2020 (-35%), che già erano diminuiti del 41% sul 2019. Sono ancora troppe “le difficoltà che ne impediscono un utilizzo diffuso da parte degli operatori”, segnalano gli analisti dell’Energy & Strategy.

Detto della situazione italiana in materia di efficienza energetica nell’industria, cosa è possibile fare per puntare a ridurre i consumi industriali? Partiamo dalle indicazioni dell’Agenzia internazionale dell’Energia: nel proprio report Energy Efficiency, pubblicato a settembre, mette in evidenza come le tecnologie ad elevata efficienza energetica abbiano la capacità di ridurre la crescita della domanda di energia e di svolgere un ruolo fondamentale nella riduzione del consumo di combustibili fossili e delle emissioni in tutti i settori dell’economia.

I rimedi utili per efficienza energetica industriale

A questo proposito è importante accelerare la sostituzione di apparecchiature vecchie e inefficienti con nuove apparecchiature conformi può accelerare i progressi. In Europa, la direttiva Ecodesign aiuta in questo senso: Motori, inverter e sistemi di potenza sono classificati in base alla loro efficienza energetica. Su questi interviene la direttiva, con requisiti in grado di regolare i prodotti a consumo energetico per uso industriale.

Un altro passo importante è implementare l’isolamento. «Un isolamento efficiente dal punto di vista energetico potrebbe ridurre il consumo annuale di gas degli impianti industriali tedeschi di circa 2 miliardi di metri cubi di gas – ha dichiarato Guertler a EURACTIV.

L’efficienza energetica può assumere diverse forme: U4E si concentra su illuminazione, refrigerazione, climatizzazione, trasformatori di distribuzione e motori elettrici.

Proprio l’illuminazione a LED può essere importante per ridurre i consumi. Le lampade a LED, non solo sono più efficienti di quelle tradizionali, ma durano anche 20 volte di più. Le ricerche dimostrano che, passando all’illuminazione a LED in 156 Paesi in via di sviluppo, si potrebbero risparmiare oltre 110 TWh entro il 2030, quasi quanto l’attuale consumo di elettricità dei Paesi Bassi.

Inoltre, per generare elettricità e calore si può fare affidamento alla cogenerazione. Disponibile in tutte le dimensioni, da 1kW a quasi 1GW, è adatta a fornire calore ed elettricità a tutti i tipi di utenti, da una micro impresa a un complesso industriale di grandi dimensioni.

Oltre a queste opportunità, ce n’è una che dovrà prendere sempre più piede: la produzione energetica da fonti rinnovabili. Ci riferiamo, in particolare, alla possibilità di produrre energia mediante l’installazione di un impianto fotovoltaico.

Gestione dell’energia: dalla ISO 50001 alla digitalizzazione

Per fare efficienza energetica nell’industria si può puntare su percorsi virtuosi. Un esempio è quello fornito dalla ISO 50001, norma ad adesione volontaria per migliorare le proprie prestazioni energetiche, in termini di efficienza, uso e consumo dando vita a un Sistema di Gestione dell’Energia (SGE).

A tale proposito, diventa fondamentale conoscere la propria situazione di partenza per mettere in atto le soluzioni e le strategie più efficaci per operare un risparmio energetico industriale. Per questo occorre disporre di strumenti e tecnologie necessarie per stabilire, attuare e monitorare uno SGE.

L’apporto della digitalizzazione diventa fondamentale, anche se si fa ancora poco in proposito. Nel report del think tank del Politecnico di Milano, si rileva che meno di un terzo (29%) del campione afferma di aver realizzato investimenti in soluzioni digitali per l’efficienza energetica nel corso del 2021 (con un calo del 9% rispetto al 2020).

Eppure, secondo Emerson, le aziende industriali possono ridurre il consumo energetico dal 5% al 15% solamente utilizzando tecnologie e software di gestione dell’energia che consentono di migliorare la misurazione, il monitoraggio, l’orientamento e la rendicontazione dell’energia.

 

[1] I Certificati bianchi sono titoli negoziabili che certificano i risparmi energetici conseguiti negli usi finali di energia, realizzando specifici interventi di efficientamento.

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