AI: Ma come è fatta? – Digital4Pro

AI: Ma come è fatta?

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1        Definizione di intelligenza artificiale

É molto complesso definire in maniera esauriente il concetto di intelligenza artificiale, perché si tratta di una disciplina soggetta a una rapida evoluzione caratterizzata da frequenti cambiamenti di natura tecnologica che seguono un ritmo piuttosto elevato. Proprio per questo motivo vi sono molteplici definizioni che cercano di spiegare questa tematica e che per alcuni aspetti differiscono tra di loro.

Per esempio, la Treccani definisce l’intelligenza artificiale come ”una disciplina che studia se e in che modo si possanoriprodurre i processi mentali più complessi mediante l’uso di un computer. Tale ricerca si sviluppa secondo due percorsicomplementari: da un lato l’intelligenza artificiale cerca di avvicinare il funzionamento dei computer alle capacitàdell’intelligenza umana, dall’altro usa le simulazioni informatiche per fare ipotesi sui meccanismi utilizzati dalla menteumana[1]”.

Un’altra definizione è quella secondo cui l’intelligenza artificiale “comprende le tecniche utilizzate per insegnare aisistemi informatici ad apprendere, ragionare, percepire, dedurre, comunicare e prendere decisioni in modo simile omigliore rispetto agli esseri umani[2]”.

 

Figura 1 – Daft R. L. [Fonte: Wikipedia.org].

 

Mentre la prima definizione si pone una domanda sul fatto che sia possibile o meno dotare i sistemi informatici dell’abilità di emulare il ragionamento e l’apprendimento umano, la seconda ritiene che ciò sia scontato, e che, talvolta, le macchine intelligenti siano in grado di andare oltre le capacità degli uomini. Da queste differenti descrizioni, si comprende come l’obiettivo principale di questa scienza sia quello di replicare nei dispositivi elettronici la logica che staalla base del ragionamento umano.

In particolare, l’intelligenza artificiale cerca di fare in modo che degli agenti computazionali agiscano in maniera intelligente e razionale[3]. Per agente computazionale si intende un sistema capace di percepire l’ambiente nel quale è collocato e di interagire con  esso tramite sensori, fotocamere e tasti.

Per operare in modo intelligente è necessario    che queste macchine siano in grado di “interpretare i dati esterni correttamente, di apprendere da questi dati, e di usare queste conoscenze per conseguire specifici obiettivi tramite un adattamento flessibile[4]”. Una volta acquisite queste abilità, un sistema di intelligenza artificiale può essere ritenuto razionale, perché capace di effettuare la scelta giusta al momento opportuno in base alle informazioni che ha a disposizione. In questo modo, l’intelligenza artificiale consegue il suo obiettivo, in quanto può arrivare alle stesseconclusioni e agli stessi risultati ai quali sopraggiunge la mente umana, seppur con alcune differenze che possono generare vantaggi o limiti.

Tra i vantaggi si può far rientrare il fatto che le macchine intelligenti hanno una capacità di elaborazione e di analisi più elevata rispetto a quella umana, che consente loro di processare grandi quantità di dati e di prendere decisioni in maniera più rapida.

Tra i limiti invece, si può considerare il fatto che l’intelligenza artificiale opera in base ai dati che le vengono forniti. Diconseguenza, se questi ultimi sono errati o imprecisi, lo saranno anche le scelte prese dalle macchine intelligenti. Nonostante ciò, secondo la maggior parte degli studiosi sul tema, i benefici derivanti dall’impiego di queste tecnologie sono superiori rispetto ai pericoli, perché a differenza delle decisioni umane, le quali talvolta possono essereinfluenzate dai sentimenti o dai pregiudizi, quelle prese dall’intelligenza artificiale dovrebbero permettere di ottenere l’esito migliore possibile da ciascuna situazione.

Secondo questa prospettiva, dunque, l’intelligenza artificiale riesce a emulare l’apprendimento e il ragionamentoumano, senza tuttavia essere condizionata da altri aspetti ingannevoli, che invece possono influenzare in maniera decisiva le deduzioni degli uomini. In questo senso, si potrebbe quindi ritenere che queste tecnologie siano migliori rispetto alle persone. Tuttavia, questa è una questione piuttosto complessa, che richiede l’analisi di molte variabili e che verrà fronteggiata più avanti nel corso dell’elaborato.

 

2        Classificazione dell’intelligenza artificiale

Dopo aver inquadrato a livello generale il tema oggetto di analisi, è opportuno effettuare una classificazione dell’intelligenza artificiale, distinguendo tra due sottocategorie principali, ossia tra quella “debole” e quella “forte”[5] con l’aggiunta poi della “super”.

 

2.1     Intelligenza artificiale ristretta

La prima categoria di AI, conosciuta anche come “ristretta”, si ritrova in sistemi che sono stati sviluppati in maniera tale da ottimizzare lo svolgimento di uno specifico compito. In questa categoria rientrano le tecnologie alla base di Siri, Alexa e Google, le quali sono in grado di fornire delle risposte a domande programmate. Tuttavia, queste macchine sono limitate, in quanto funzionano perché guidate e indirizzate dalle persone. Di conseguenza, in assenza di un input umano non sarebbero in grado di operare e dunque hanno delle capacità inferiori rispetto agli esseri umani.

 

2.2     Intelligenza artificiale generica

La seconda categoria di AI invece, definita anche come “generica”, è molto più complessa e cerca di plasmare delle macchine capaci di svolgere qualsiasi compito di natura intellettuale, al pari delle persone, e in grado di funzionare in maniera completamente autonoma, senza quindi necessitare di alcun sostegno di natura umana. L’obiettivo finale di questa seconda forma di intelligenza artificiale è quindi quello di generare delle macchine che abbiano una mente e una coscienza propria, al fine di eguagliare le abilità dell’uomo. Attualmente l’intelligenza artificiale “forte” non esiste ancora concretamente sul mercato, ma vi sono numerosi progetti di ricerca e sviluppo in tal senso.

 

2.3     Intelligenza artificiale… super!

Esiste poi anche un terzo tipo di intelligenza artificiale, conosciuta come “super-intelligenza artificiale”[6]. Secondo leprevisioni dell’imprenditore Elon Musk e dello scienziato Stephen Hawking, essa sarà capace di eccedere e superare le abilità dell’uomo. Di conseguenza, sembrerebbe che sia destinata a causare un profondo cambiamento nella società.

Nonostante ciò, questa tipologia, al momento, pare ancora essere un’utopia piuttosto che qualcosa di concretamente raggiungibile, ma non è da escludere che i principali investimenti nei prossimi anni saranno indirizzati proprio versoquesta forma particolarmente innovativa.

Figura 2 – Elon Musk [Fonte: Wikipedia.org].

Intelligenza artificiale debole

È in grado di ottimizzare lo svolgimento di singoli compiti,ma necessita di un input umano, per cui dipendedall’uomo. È ampiamente disponibile sul mercato.

Intelligenza artificiale forte È capace di svolgere qualsiasi compito di naturaintellettuale in maniera autonoma, ponendosi così sullostesso livello intellettuale degli esseri umani. Tuttavia, nonesiste ancora sul mercato.
Super-intelligenza artificiale Supera le abilità cognitive dell’uomo, per cui èpotenzialmente pericolosa. Anche questa forma non èdisponibile sul mercato.

Tabella 1 – Tipologie di intelligenza artificiale [Fonte: Paschen, J., Kietzmann, J., & Kietzmann].

 

3          La struttura dell’intelligenza artificiale

Per spiegare la struttura e il funzionamento dei sistemi di intelligenza artificiale si possono individuare sei blocchi fondamentali[7]:

  • Dati strutturati: Si tratta dei dati standardizzati e organizzati secondo uno schema predefinito, semplici daanalizzare, come per esempio quelli relativi alle giacenze di magazzino e alle quantità vendute;
  • Dati non strutturati: I dati non strutturati sono più complessi da esaminare rispetto ai precedenti, in quanto numerosi e provenienti da molteplici fonti, come i social network e i sensori dell’Internet of Things. L’intelligenza artificiale è l’unica tecnologia, ad oggi, in grado di gestire e sfruttare in modo efficace ed efficiente questatipologia di input;
  • Pre-elaborazione: Nella fase di pre-elaborazione avviene la pulizia, la trasformazione e la selezione dei dati non strutturati. Attraverso questo processo, i dati vengono depurati da tutti quei contenuti informativi che non sonoritenuti utili per l’analisi da condurre. Per fare ciò, l’intelligenza artificiale si avvale di due principali strumenti di analisi, ovvero il natural language understanding e il computer vision. Il primo viene utilizzato per decodificare e interpretare il linguaggio umano, sia parlato che scritto. Il secondo consente di creare all’interno delle macchineintelligenti delle immagini che rispecchiano il mondo reale;
  • Processi principali: I processi principali comprendono tre tipologie di comportamenti intelligenti: problem solving, reasoning e machine learning. Il primo permette di selezionare, tra le varie alternative, la soluzione migliore per conseguire un determinato obiettivo. Il reasoning replica la logica del ragionamento umano pergiungere alla conclusione più conveniente in base alle informazioni che si hanno a Il machine learning sfrutta queste due tecniche per acquisire nuova conoscenza, oppure per modificare quella già esistente, al fine di conseguire gli scopi desiderati con maggiore efficacia ed efficienza;
  • Knowledge base: La knowledge base è la base di conoscenza utilizzata dall’intelligenza artificiale che raccoglie e memorizza i dati e le informazioni derivanti dalle esperienze precedenti;
  • Informazioni: Le informazioni costituiscono l’output rilasciato dall’intelligenza artificiale nell’ambiente in cui Queste possono essere impiegate per redigere testi scritti, creare immagini e guidare i robot.

Questa suddivisione in blocchi rispecchia le caratteristiche dell’intelligenza artificiale precedentemente individuate nelle definizioni fornite. Infatti, questi sistemi si attivano grazie al ricevimento di specifici input, costituiti dai dati strutturati e non strutturati. In seguito, elaborano tali dati tramite l’esecuzione di alcuni processi. Infine, sfruttando la base di conoscenza a disposizione, rilasciano degli output nella forma di informazioni.

Tramite questa descrizione, è già possibile percepire il potenziale vantaggio fornito dall’intelligenza artificiale all’uomo e alle organizzazioni. Infatti, gli output delle macchine intelligenti possono essere sfruttati per avere più nozioni disponibilie quindi per prendere decisioni migliori. É possibile anche effettuare una schematizzazione della struttura e delfunzionamento dei sistemi di intelligenza artificiale, suddividendo, come già sottolineato, tra input, processi e output.

Estranea a questa classificazione è la knowledge base, che per le caratteristiche precedentemente esposte non rientra direttamente in nessuna di questa categoria, ma usufruisce di tutti i dati e le informazioni che vengono generati duranteil funzionamento dei sistemi.

 

Figura 3Struttura e funzionamento dei sistemi di intelligenza artificiale [Fonte: Paschen, J., Kietzmann, J., & Kietzmann].

 

Viste le vantaggiose e innovative caratteristiche fin qui descritte, oggi l’intelligenza artificiale viene impiegata in numerosi ambiti della vita che in precedenza richiedevano quasi sempre l’intervento umano. Ciò vale sia per attività quotidiane come la ricerca di informazioni tramite Siri e l’automazione di fasi semplici e ripetitive del processoproduttivo, che per operazioni più complesse quali la selezione di nuovo personale, la profilazione della clientela, la diagnosi precoce di malattie, il fronteggiamento degli attacchi hacker e la guida autonoma.

Per questi motivi, Sundar Pichai, CEO di Google, ha affermato che l’intelligenza artificiale è “la cosa più importante sucui l’umanità abbia mai lavorato[8]”. Di conseguenza, le più importanti organizzazioni a livello mondiale stannoinvestendo progressivamente in queste tecnologie per sopravvivere, mantenere la propria posizione sul mercato o sconfiggere la concorrenza. Questa tendenza può essere colta tramite alcuni dati, i quali predicono l’impatto che l’intelligenza artificiale sarà in grado di generare nei prossimi anni a livello economico.

Secondo una simulazione effettuata da McKinsey & Company, leader mondiale nel settore della consulenza strategica,l’intelligenza artificiale ha il potenziale per produrre un’attività economica globale aggiuntiva dal valore di circa 13 trilioni di dollari entro il 2030, cioè il 16% in più del PIL cumulato rispetto a quello del 2018. Ciò comporterebbe una crescita annua del PIL mondiale pari all’1,2%[9]. Nessuna innovazione tecnologica nel corso della storia è riuscita a generare dei valori simili.

 

Bibliografia

 

Note

[1] https://www.treccani.it/enciclopedia/intelligenza-artificiale 2022/07/04.

[2] Daft R. L. (2021). Organizzazione aziendale. Maggioli, Milano, 361.

[3] Paschen, J., Kietzmann, J., & Kietzmann, T. C. (2019). Artificial intelligence (AI) and its implications for market knowledge in B2Bmarketing. Journal of Business & Industrial Marketing, 1411.

[4] Haenlein, M., & Kaplan, A. (2019). A brief history of artificial intelligence: On the past, present, and future of artificial intelligence.California management review, 61(4), 5.

[5] Paschen, J., Kietzmann, J., & Kietzmann, T. C. (2019), op. cit., 1411-1412.

[6] Paschen, U., Pitt, C., & Kietzmann, J. (2020). Artificial intelligence: Building blocks and an innovation typology. Business Horizons, 63(2), 153.

[7] Paschen, U., Pitt, C., & Kietzmann, J. (2020), op. cit., 148-151.

[8] Tabesh, P. (2021). Who’s making the decisions? How managers can harness artificial intelligence and remain in charge. Journal ofBusiness Strategy, 4.

[9] Bughin, J., Seong, J., Manyika, J., Chui, M., & Joshi, R. (2018). Notes from the AI frontier: Modeling the impact of AI on the world economy. McKinsey Global Institute. Retrieved from https://www.mckinsey.com/featured-insights/artificial-intelligence/notes-from-the-ai-frontier-modeling- the-impact-of-ai-on-the-world-economy#part1 2022/07/15.

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