Architettura e Funzionamento delle TPU – Digital4Pro

Architettura e Funzionamento delle TPU

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Abstract

Le Tensor Processing Units (TPU) rappresentano una rivoluzione nell’hardware per l’intelligenza artificiale, distinguendosi per un’architettura fortemente specializzata e ottimizzata per il machine learning e il deep learning. Le TPU sono progettate attorno alla Matrix Multiply Unit (MXU), che consente l’esecuzione massivamente parallela di operazioni di moltiplicazione di matrici e manipolazione di tensori, cuore computazionale delle reti neurali profonde. L’integrazione di High Bandwidth Memory (HBM) direttamente sul processore, sistemi di interconnessione ad alta velocità e soluzioni di raffreddamento avanzate garantiscono throughput elevato, bassa latenza ed efficienza energetica superiore rispetto a CPU e GPU tradizionali. L’utilizzo di formati numerici ottimizzati e la profonda integrazione software-hardware con TensorFlow permettono di massimizzare le prestazioni senza sacrificare la precisione. Tuttavia, la specializzazione delle TPU ne limita la flessibilità per carichi di lavoro non AI e richiede una maggiore competenza nello sviluppo su piattaforme dedicate. Nel confronto con CPU e GPU, le TPU emergono come soluzione ideale per il training e l’inferenza di modelli di machine learning su larga scala, offrendo vantaggi decisivi in termini di velocità, scalabilità e sostenibilità operativa.

Struttura hardware: componenti principali delle TPU

Le Tensor Processing Units (TPU) si distinguono nel panorama dei sistemi computazionali avanzati per la loro architettura fortemente specializzata, concepita per massimizzare l’efficienza nell’esecuzione di carichi di lavoro tipici del machine learning e del deep learning. La progettazione delle TPU rappresenta un esempio paradigmatico di hardware domain-specific: ogni sottosistema è ottimizzato per accelerare operazioni matematiche fondamentali, come la moltiplicazione di matrici e la manipolazione di tensori, che costituiscono il nucleo computazionale delle reti neurali artificiali1.

Per comprendere le ragioni delle prestazioni straordinarie delle TPU, è necessario analizzare in dettaglio la loro architettura interna e i principali building block che la compongono. A differenza delle CPU, caratterizzate da pochi core general-purpose adatti a una vasta gamma di operazioni, e delle GPU, che sfruttano migliaia di core per il parallelismo grafico, le TPU sono costruite attorno a un elemento centrale: la Matrix Multiply Unit (MXU). L’MXU è una matrice hardware composta da centinaia o migliaia di moltiplicatori-accumulatori (MAC), progettata per eseguire simultaneamente milioni di operazioni di moltiplicazione e somma per ciclo di clock. Questa struttura consente di implementare in hardware la moltiplicazione di matrici (matmul), operazione ricorrente nei modelli di deep learning, come la propagazione in avanti (forward pass) e la retropropagazione (backpropagation) nelle reti neurali profonde1.

Durante l’elaborazione di dati multidimensionali, come immagini o sequenze testuali, ogni livello della rete neurale effettua trasformazioni matematiche che richiedono un’enorme quantità di calcoli paralleli. L’ottimizzazione dell’MXU nelle TPU elimina i colli di bottiglia tipici delle GPU, garantendo throughput elevatissimo e latenza ridotta anche in presenza di modelli con miliardi di parametri. Questo rende le TPU particolarmente adatte per applicazioni come la visione artificiale, il riconoscimento vocale, la traduzione automatica e i sistemi di raccomandazione su larga scala1.

Un altro componente chiave delle TPU è la memoria High Bandwidth Memory (HBM), integrata direttamente nel die del processore. A differenza delle GPU, che spesso utilizzano memorie GDDR separate, la HBM delle TPU consente un accesso ai dati a bassissima latenza e con una larghezza di banda estremamente elevata. Questo design riduce la distanza fisica tra unità di calcolo e memoria, minimizzando i tempi di trasferimento e permettendo di gestire in modo efficiente dataset di grandi dimensioni, come immagini ad alta risoluzione o sequenze linguistiche lunghe. L’architettura della memoria è fondamentale per evitare strozzature nel flusso dati e garantire che l’MXU sia costantemente alimentata con i dati necessari1.

Le TPU sono inoltre dotate di un sistema di interconnessione ad alta velocità, progettato per consentire la comunicazione efficiente tra più unità TPU. Questo aspetto è cruciale nelle configurazioni scalabili come i TPU Pods, dove centinaia o migliaia di TPU lavorano in parallelo per addestrare modelli di machine learning su scala massiva. Il sistema di interconnessione elimina i ritardi dovuti alla sincronizzazione dei dati tra le unità, garantendo una distribuzione uniforme del carico di lavoro e la condivisione rapida dei risultati intermedi. Questa capacità di collaborazione tra unità è essenziale per la gestione di modelli di intelligenza artificiale di nuova generazione, come GPT-3 o i sistemi di visione artificiale avanzata1.

Dal punto di vista energetico, le TPU sono progettate per massimizzare l’efficienza e ridurre al minimo gli sprechi. L’architettura pipelinizzata consente di elaborare i dati in flussi continui, evitando che i componenti rimangano inattivi durante le operazioni. Questo approccio, unito all’adozione di sistemi di raffreddamento a liquido nelle generazioni più recenti (come la v3), permette di dissipare il calore in modo più efficace rispetto ai tradizionali sistemi ad aria, migliorando le prestazioni complessive e rendendo le TPU più sostenibili dal punto di vista energetico1.

Un ulteriore elemento distintivo è il sistema di gestione delle istruzioni, progettato per essere estremamente snello e focalizzato. Mentre CPU e GPU devono gestire una vasta gamma di operazioni e richiedono controller complessi, le TPU adottano un set di istruzioni ridotto (RISC, Reduced Instruction Set Computing), ottimizzato per le operazioni su tensori. Questa specializzazione riduce il sovraccarico di gestione e incrementa l’efficienza computazionale, consentendo alle TPU di dedicare la quasi totalità delle risorse alle operazioni matematiche critiche per il machine learning1.

Infine, un aspetto fondamentale dell’architettura delle TPU è la stretta integrazione tra hardware e software. Le TPU sono state progettate in simbiosi con TensorFlow, il framework di machine learning sviluppato da Google. Questa co-progettazione consente di sfruttare appieno le capacità hardware grazie a ottimizzazioni software come il batching automatico dei dati, la gestione intelligente della memoria e la parallelizzazione delle operazioni. L’integrazione nativa con TensorFlow permette agli sviluppatori di ottenere prestazioni elevate senza dover riscrivere il codice dei modelli, facilitando la migrazione da altre piattaforme e accelerando il ciclo di sviluppo1.

In sintesi, la struttura hardware delle TPU rappresenta un esempio di progettazione mirata e innovativa, in cui ogni componente—dall’MXU alla memoria HBM, dal sistema di interconnessione al raffreddamento a liquido—è ottimizzato per affrontare le sfide computazionali del machine learning moderno. Questo approccio radicalmente diverso rispetto alle CPU e GPU tradizionali ha permesso alle TPU di affermarsi come uno degli strumenti più potenti, versatili ed efficienti nell’ecosistema dell’intelligenza artificiale1.

Funzionamento delle TPU: Analisi Approfondita delle Operazioni Fondamentali

Le Tensor Processing Units (TPU) sono dispositivi hardware specializzati, progettati per massimizzare l’efficienza nell’esecuzione delle primitive computazionali tipiche del machine learning, in particolare la moltiplicazione di matrici (matmul), che rappresenta il nucleo computazionale delle reti neurali profonde. L’architettura delle TPU è il risultato di una progettazione domain-specific, in cui ogni componente è ottimizzato per ridurre la latenza, aumentare il throughput e minimizzare i colli di bottiglia tipici delle architetture general-purpose come CPU e GPU1.

La moltiplicazione di matrici è centrale nei modelli di deep learning: ogni layer di una rete neurale può essere descritto come una funzione affine seguita da una non linearità, dove l’input (vettore o matrice) viene moltiplicato per una matrice di pesi e successivamente sommato a un bias. Questo processo, noto come forward pass, si ripete per ogni livello della rete e, durante la fase di addestramento, viene affiancato dal backward pass per il calcolo dei gradienti tramite la regola della retropropagazione. In modelli di grandi dimensioni, con milioni o miliardi di parametri e decine o centinaia di layer, il numero di operazioni di prodotto scalare e somma cresce esponenzialmente, rendendo la moltiplicazione di matrici il vero collo di bottiglia computazionale1.

Le architetture tradizionali, come CPU e GPU, suddividono questi calcoli tra core multipli, ma sono limitate dalla necessità di gestire flussi di controllo complessi, accessi non ottimali alla memoria e sincronizzazione tra thread. Le TPU superano questi limiti grazie alla Matrix Multiply Unit (MXU), un acceleratore hardware dedicato che implementa una griglia di moltiplicatori-accumulatori (MAC) organizzati in modo da eseguire migliaia di operazioni di prodotto e somma in parallelo per ogni ciclo di clock. Ad esempio, una MXU dimensionata 128×128 può eseguire simultaneamente 16.384 operazioni di prodotto e altrettante di somma, consentendo un parallelismo massivo e una saturazione ottimale delle pipeline di calcolo1.

Un elemento chiave dell’efficienza delle TPU è la gestione avanzata della memoria. Le TPU integrano High Bandwidth Memory (HBM) direttamente sul die, riducendo drasticamente la latenza di accesso ai dati e aumentando la banda disponibile rispetto alle memorie GDDR tipiche delle GPU. Questo permette di alimentare costantemente la MXU con dati senza incorrere in strozzature dovute al memory wall. Inoltre, le TPU adottano strategie di data streaming e buffering intelligente: i dati necessari alle operazioni vengono precaricati in buffer locali vicini all’unità di calcolo, minimizzando i tempi di attesa e ottimizzando il flusso di dati tra memoria e processore1.

Un esempio pratico di questa architettura si osserva nell’addestramento di modelli di visione artificiale, dove ogni immagine ad alta risoluzione viene convertita in una matrice numerica e processata in batch. Su CPU, la moltiplicazione di queste matrici richiederebbe secondi per ogni immagine; sulle TPU, grazie al parallelismo della MXU e all’HBM, lo stesso batch viene elaborato in millisecondi, abilitando training su larga scala e inferenza in tempo reale1.

Un ulteriore aspetto tecnico distintivo delle TPU è l’adozione di formati numerici ottimizzati per il machine learning, come il bfloat16 (floating point a 16 bit con mantissa estesa) e l’int8 (intero a 8 bit). Questi formati riducono il consumo di memoria e aumentano il throughput computazionale, mantenendo una precisione sufficiente per la maggior parte degli algoritmi di apprendimento automatico. L’utilizzo di bfloat16, in particolare, consente di accelerare i calcoli senza degradare la convergenza dei modelli, grazie a una rappresentazione numerica che preserva un ampio range dinamico1.

Le TPU implementano inoltre una profonda pipelinizzazione delle operazioni: i dati vengono suddivisi in micro-batch e processati in più stadi paralleli, sfruttando appieno la struttura hardware e riducendo i tempi morti dei componenti. Questo approccio è particolarmente efficace durante il training, dove la pipeline consente di aggiornare i pesi della rete in modo continuo e senza interruzioni, massimizzando il throughput del sistema1.

Infine, la stretta integrazione tra hardware e software rappresenta un ulteriore vantaggio competitivo delle TPU. Il framework TensorFlow, sviluppato da Google, è stato ottimizzato per sfruttare le peculiarità architetturali delle TPU: le operazioni di matmul vengono automaticamente indirizzate alla MXU, la gestione della memoria è orchestrata per minimizzare i colli di bottiglia, e il supporto per la parallelizzazione distribuita consente di scalare il training su interi cluster di TPU (TPU Pods) senza modifiche sostanziali al codice degli sviluppatori1.

In sintesi, il funzionamento delle TPU si fonda su una sinergia tra innovazione hardware (MXU, HBM, formati numerici ottimizzati, pipelinizzazione) e ottimizzazione software (TensorFlow, data streaming, batch processing), che consente di affrontare con efficienza e rapidità le sfide computazionali poste dai modelli di machine learning di nuova generazione. Questa architettura avanzata permette non solo di accelerare l’addestramento e l’inferenza, ma anche di abilitare applicazioni AI sempre più complesse e performanti1.

Analisi tecnica comparata tra TPU, GPU e CPU: vantaggi, limiti e implicazioni operative

La selezione dell’hardware ottimale per un’applicazione di machine learning rappresenta una decisione strategica che incide direttamente su throughput computazionale, efficienza energetica, costi operativi e scalabilità del sistema. Nel panorama attuale, le CPU (Central Processing Units), le GPU (Graphics Processing Units) e le TPU (Tensor Processing Units) costituiscono le principali architetture di riferimento, ciascuna caratterizzata da specifiche peculiarità strutturali e funzionali che ne determinano l’idoneità rispetto a differenti workload1.

CPU
Le CPU sono processori general-purpose, progettati per massimizzare la flessibilità e la capacità di gestione di flussi di controllo complessi, branching, operazioni sequenziali e task eterogenei. Tipicamente dotate di un numero limitato di core (da 2 a 64 nei sistemi moderni), ciascuno altamente ottimizzato per l’esecuzione out-of-order, branch prediction e gestione di pipeline profonde, le CPU eccellono in operazioni che richiedono logica, controllo e accesso randomico alla memoria. Tuttavia, la loro architettura non è pensata per il calcolo massivamente parallelo: la parallelizzazione è limitata dal numero di core fisici e dalla complessità del contesto di esecuzione. Di conseguenza, task come la moltiplicazione di matrici di grandi dimensioni – tipica del deep learning – risultano estremamente inefficienti su CPU, con tempi di addestramento delle reti neurali che possono essere ordini di grandezza superiori rispetto a GPU e TPU1.

GPU
Le GPU sono nate come acceleratori grafici, ottimizzati per il rendering parallelo di milioni di pixel e vertici. L’architettura delle GPU è basata su migliaia di core semplici (streaming multiprocessors), organizzati per eseguire lo stesso tipo di operazione su grandi quantità di dati (Single Instruction Multiple Data, SIMD). Questa struttura le rende ideali per workload fortemente paralleli, come la moltiplicazione di matrici, convoluzioni e operazioni vettoriali, che sono alla base delle reti neurali profonde. La flessibilità delle GPU, unita al supporto di framework come CUDA e OpenCL, ha permesso la loro transizione dal mondo grafico a quello scientifico e industriale, abilitando applicazioni che spaziano dalla simulazione fisica alla bioinformatica, fino all’elaborazione di immagini mediche e al machine learning. Tuttavia, la necessità di mantenere una certa versatilità comporta overhead architetturali e una gestione della memoria non sempre ottimale per i carichi di lavoro AI più specializzati1.

TPU
Le TPU rappresentano un paradigma domain-specific: sono progettate espressamente per accelerare le primitive matematiche del machine learning, in particolare la moltiplicazione di matrici e le operazioni su tensori. L’elemento centrale è la Matrix Multiply Unit (MXU), una griglia di moltiplicatori-accumulatori che consente di eseguire decine di migliaia di operazioni in parallelo per ciclo di clock. Le TPU integrano inoltre memoria ad alta larghezza di banda (HBM) e sistemi di interconnessione ottimizzati per minimizzare la latenza e massimizzare il throughput tra le unità di calcolo. Questa specializzazione permette alle TPU di raggiungere livelli di efficienza e prestazioni superiori rispetto a CPU e GPU nei carichi di lavoro AI, ma al prezzo di una minore flessibilità: le TPU sono ottimizzate per TensorFlow e modelli di deep learning compatibili, risultando meno adatte per applicazioni generiche o per framework alternativi senza specifiche ottimizzazioni1.

Confronto prestazionale e operativo

Dal punto di vista delle prestazioni, le TPU superano CPU e GPU in scenari di addestramento e inferenza di modelli AI di grandi dimensioni, come reti transformer per NLP o CNN per visione artificiale. La loro architettura parallela e la memoria HBM consentono di ridurre drasticamente i tempi di training, passando da settimane (CPU/GPU) a giorni o ore (TPU). Le GPU, pur offrendo ottime prestazioni, soffrono di una maggiore latenza nell’accesso alla memoria e di una gestione meno efficiente delle operazioni specifiche del deep learning. Le CPU, invece, risultano inadatte per carichi di lavoro AI su larga scala, sia in termini di velocità che di efficienza energetica1.

Un elemento distintivo delle TPU è il costo operativo: grazie all’efficienza energetica e all’ottimizzazione per operazioni AI, le TPU garantiscono un costo per unità di calcolo inferiore rispetto a GPU e CPU, soprattutto nei data center dove il consumo energetico è una voce di spesa rilevante. Le GPU, pur performanti, consumano più energia per lo stesso workload rispetto alle TPU, mentre le CPU, pur essendo versatili, risultano meno efficienti dal punto di vista energetico quando impiegate per il machine learning su larga scala1.

Limiti e svantaggi

Le TPU presentano alcune limitazioni: la loro specializzazione le rende poco adatte per carichi di lavoro non AI o per applicazioni che richiedono una varietà di operazioni computazionali. La stretta integrazione con TensorFlow può rappresentare una barriera per chi utilizza altri framework (come PyTorch), richiedendo spesso adattamenti del codice o l’uso di layer di compatibilità come XLA. Inoltre, la curva di apprendimento per sfruttare appieno le potenzialità delle TPU è più ripida rispetto a quella delle GPU, soprattutto per team con esperienza limitata su TensorFlow o sulle ottimizzazioni hardware-specifiche1.

Sintesi e implicazioni progettuali

In conclusione, CPU, GPU e TPU incarnano filosofie progettuali differenti:

  • Le CPU privilegiano la versatilità e il controllo, ma non sono competitive per workload AI intensivi.
  • Le GPU offrono un compromesso tra flessibilità e parallelismo, risultando la scelta più diffusa per chi necessita di supporto multi-framework e applicazioni eterogenee.
  • Le TPU eccellono nei contesti di machine learning su larga scala, garantendo prestazioni e sostenibilità energetica senza pari, ma richiedono una maggiore specializzazione e sono meno adatte per scenari general-purpose.

La scelta dell’hardware deve quindi essere guidata dall’analisi dei requisiti applicativi, del framework software adottato, delle esigenze di scalabilità e dei vincoli di costo e consumo energetico. Le TPU, in particolare, hanno ridefinito i limiti di ciò che è possibile nel campo dell’intelligenza artificiale, abilitando modelli e applicazioni che sarebbero stati irrealizzabili con le sole CPU o GPU.

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